La Filariosi
La Filariosi è una malattia parassitaria che colpisce prevalentemente il cane. Esiste in due forme:
– la filariosi cardiopolmonare, sostenuta da Dirofilaria immitis;
– la filariosi cutanea, sostenuta da Dirofilaria repens.
Entrambi sono parassiti appartenenti alla classe dei Nematodi, sottili vermi tondi e bianchi trasmessi agli animali dalle zanzare durante il loro pasto di sangue.
Nella forma cardiopolmonare, quando la zanzara punge un animale affetto da Filariosi, con il sangue assume le larve del parassita che rimangono all’interno dell’insetto per circa due settimane fino al successivo pasto di sangue quando verranno inoculate in un nuovo ospite definitivo. Una sola puntura da parte di una zanzara infetta è sufficiente a trasmettere più larve del parassita causando malattia.
Nel cane le larve evolvono nelle forme giovanili che, attraverso il circolo ematico, raggiungono il cuore e i grossi vasi sanguigni (soprattutto arteria polmonare) dove si localizzano maturando in vermi adulti; questi ultimi possono raggiungere dimensioni rilevanti (fino a 15-30 cm di lunghezza) e riprodursi immettendo in circolo nuove larve figlie (Microfilarie) le quali, una volta assunte dalle zanzare andranno a infestare nuovi ospiti.
Il ciclo biologico della Filaria nel cane ha una durata di 5-6 mesi e i parassiti adulti possono sopravvivere negli animali fino a 5-6 anni.
I sintomi compaiono diversi mesi dopo l’infestazione e il cane presenta:
– debolezza e abbattimento
– affanno anche in seguito a lievi sforzi
– tosse
– inappetenza.
Con il progredire della malattia a livello cardiaco si hanno in seguito ripercussioni sistemiche con difficoltà respiratorie, accumulo addominale di liquidi e problemi neurologici che possono portare a morte l’animale in caso di mancata terapia.
La forma cutanea, a differenza della cardiopolmonare, può colpire anche l’uomo (zoonosi) con i vermi adulti che si localizzano nel sottocute; si formano lesioni nodulari di 1-2 cm di diametro nel sito di inoculazione.
In Italia la malattia è presente soprattutto nel Nord Italia, in particolare nella Pianura Padana. Ultimamente la Filariosi si sta diffondendo in Toscana, nelle zone pianeggianti e costiere della Sardegna e in alcune aree della Sicilia e Campania; il motivo è da attribuirsi al fatto che il cane, sempre più spesso, si sposta insieme al proprietario.
Il modo migliore per evitare che il cane contragga la Filariosi è la prevenzione che consiste nella somministrazione mensile di farmaci (a base di ivermectina o mibelmicina ossima) per via orale (indicativamente da aprile a novembre, o comunque a coprire il periodo dell’anno caratterizzato dalla presenza delle zanzare) oppure per via sottocutanea con un unica iniezione che copre tutta la stagione a rischio.
E’ importante accertarsi che l’animale non abbia contratto la malattia eseguendo, prima di iniziare qualsiasi profilassi, il test rapido per la Filaria. Se la profilassi viene eseguita correttamente il test può essere ripetuto ogni 3-4 anni.
E negli altri pets??
La Filariosi può interessare altri mammiferi come il gatto, il furetto e non solo: perfino i rettili, come ad esempio il camaleonte, possono infestarsi ad opera di altre specie di Dirofilaria. Anche per questi animali da compagnia si può effettuare la profilassi in modo simile a quella del cane e in particolare nel gatto questa si consiglia solo in quei soggetti che vivono all’aperto nelle zone pianeggianti ad elevata incidenza della malattia.